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SILENCE
"Utopia"
MTM/Frontiers
2002
voto: 6,5
04/03/2002
Nato nel 1996 come solo-project del chitarrista/tastierista francese Bruno LeVesque, ‘Silence’ giunge, a 5 anni di distanza dal cd d’esordio (‘The Fifth Season’), alla pubblicazione del suo secondo lavoro, intitolato ‘Utopia’ e caratterizzato dalla presenza del cantante Jerome Cazard, il quale ha fornito un sostanziale contribuito anche alla fase di songwiting, mentre lo stesso LeVesque si è occupato, oltre che della produzione, della programmazione delle basi di basso e batteria e ovviamente delle tastiere e delle chitarre sia ritmiche che soliste. La proposta del combo transalpino si colloca su coordinate musicali particolari, che, pur affondando le loro radici nell’AOR, se ne discostano parzialmente tentando di varcare i classici canoni del genere; in più di un’occasione infatti fanno capolino soluzioni interessanti che introducono elementi diversificanti, quali il sax ed una robusta doppia cassa. Ci si muove così dall’opener ‘Do Not Love’, che si dimostra una valida canzone d’apertura dotata di un riff molto d’impatto e dove Cazard mette in evidenza una voce decisamente buona per calore e profondità, alla successiva ‘A New Freedom’, song dalla struttura particolare che parte su registri AOR per poi sfociare in una sfuriata di batteria e chitarra davvero sorprendente. In ‘No Life On Placet Earth’ trova spazio ancora un Cazard in gran spolvero, capace di passare con disinvoltura da tonalità inizialmente calde ed avvolgenti ad un successivo falsetto mentre LeVesque si cimenta in assoli che ne decretano non solo la discreta tecnica ma soprattutto il gran feeling e gusto. ‘Down’ è la classica ballad che si sviluppa su un tappeto di sole tastiere, avvalendosi poi di un’interpretazione vocale ricca di pathos e di un testo a tratti struggente, mentre la title-track ‘Utopia’ risulta divisa in due parti, una prima articolata su ritmi vivaci e sostenuti ed una seconda interamente strumentale che funge da intermezzo rispetto alla successiva ‘Against The Wind’, la traccia forse più granitica e sperimentale dell’intero lotto in quanto ad impatto sonoro. Devo confessare che prima di mettere mano a questo cd non avevo mai sentito parlare del progetto ‘Silence’; adesso mi sento di consigliare caldamente almeno un ascolto a chi, pur amando le sonorità AOR, non ha paura di avventurarsi su territori meno scontati del solito, soprattutto considerando che si tratta di un lavoro che, pur offrendo un valido riscontro già al primo impatto, guadagna in fascino alla distanza mano a mano che lo si scopre nei suoi sottili dettagli.
Diego Cattaneo


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